Nasce
a Martinengo il 13 novembre 1877 da Battista Poloni e Rosa Conti. Frequenta il
liceo nella cittadina natale e completa i suoi studi all'Accademia di Brera a
Milano ove diviene allievo di Lodovico Pogliaghi, sotto le cui direttive
eseguirà uno dei suoi maggiori lavori: il restauro al Sacro Monte di Varese. Il
21 gennaio 1902 sposa a Martinengo Luigia Doria, dalla quale ha quattro figli:
Andrea, nato il 10 novembre 1902 e morto in tenerissima età, Giuseppina (17
settembre 1905), Rosa (11 ottobre 1907) e Maria Giovanna (17 settembre 1910).
Insegna per due anni consecutivi a Brera ma vi rinuncia ben presto per
ritornare a lavorare nel suo studio di Martinengo. Artista schivo e non amante
della mondanità, non entra mai a far parte di alcun circolo artistico. La
spiegazione del suo carattere un po' distaccato si potrebbe trovare nelle
parole del Pogliaghi che così lo descrive nel 1928:
È un uomo nato in ritardo di tre secoli. La sua epoca sarebbe stata il Seicento tanto egli sa trasfondere nel colore l'aria e l'impressione di quel tempo-. Nell'attività esclusiva di affreschista ha lasciato diverse opere nella sua cittadina natale e nella provincia oltre che in vari luoghi della Brianza, del Piemonte e in Svizzera.
A Martinengo esegue nel 1910 i quattro medaglioni sulla volta dell'abside e provvede al restauro degli affreschi del frontale del Monastero dell'Incoronata, avvalendosi dell'aiuto del concittadino Tito Poloni, pure restauratore ed affreschista. Nel 1937 dipinge l'affresco dell'altare del Sacrario dei Caduti, ex Cappella delle Clarisse, raffigurante Cristo sofferente che sostiene un soldato morente. Nel 1950 dipinge la pala d'altare per il Monastero dell'Incoronata, che ha come soggetto la Beata Cerioli. Altri suoi affreschi sono visibili sulla facciata della Cappella Centrale del Cimitero e nel tondo centrale della facciata della chiesa della Madonna della Fiamma.
Diversi sono anche i suoi lavori nelle chiese della diocesi di Bergamo: nel 1905 esegue le decorazioni della volta della parrocchia di Arcene e le decorazioni generali della chiesa di Pagazzano, avvalendosi dell'aiuto del doratore Luigi Bergamelli. Nel 1907 arricchisce la parte centrale delle finestre della parrocchiale di Tagliuno con delle medaglie dipinte. Nel 1909 contribuisce alla decorazione della volta nella chiesa di Cavernago. Tra il 1910 e il 1912 partecipa all'esecuzione degli affreschi delle volte e dell'abside nella parrocchia di Sotto il Monte assieme a Umberto Marigliani, Alberto Maironi e Abramo Spinelli. Di sua mano sono anche le dieci figure monocromatiche di Santi eseguite per la chiesa di S. Ambrogio a Verdellino. Nel 1913 gli vengono commissionate tre medaglie per la volta della parrocchia di Comunnuovo. Nel 1922 dipinge con Giuseppe Gaudenzi gli affreschi della volta della parrocchiale di Nona. Altri lavori eseguiti per le chiese della provincia di Bergamo sono: gli affreschi della cupola nella parrocchia di Rovetta, ai quali lavora con i fratelli Zappettino, a Romano per la chiesa di S. Defendino la pala d'altare dipinta ad olio su tela raffigurante L'Immacolata con S. Antonio e S. Defendente eseguita nel 1921 in occasione delle feste centenarie dell'apparizione; la Natività di Gesù, dipinta a fresco in una nicchia sopra l'altare nella Chiesa della Madonna del Ponte e una Deposizione, affresco situato sotto i Portici della Misericordia eseguito nel 1931 a perenne ricordo del Giubileo, come sembra di desumere dalla scritta latina del fregio. (Notiziario Parrocchiale., Romano di Lombardia, n. 6-7 giugno-luglio 1981). Il Poloni è forse più conosciuto in Brianza, Piemonte e in Svizzera che nel suo paese e nella sua provincia. Opera sua è la decorazione della Sala delle Cariatidi al Castello del Valentino a Torino. Suoi sono l'affresco nella grande cupola della chiesa di Marzio e un notevole numero di affreschi in varie chiese Varese, Casbeno, Luminate, Angera, Busto Arsizio, Arogno, Gorgonzola, Genova, Cuneo e Cadenabbia. Degni di particolare nota sono L'Ultima Cena nella Basilica di S. Giovanni a Busto Arsizio e il grande lavoro di restauro al Sacro Monte di Varese, che lo impegnò, sotto la guida del professor Pogliaghi, dal 1922 al 1928 circa. Si hanno notizie in particolare di quest'opera del Poloni da diverse fonti: il 18 ottobre 1922 ne parla L'Eco di Bergamo, nel giugno 1923 il Liber Cronicon. del Santuario pubblica un resoconto dei lavori eseguiti fino a quella data, e infine se ne legge nel 1926 sul giornale Il Luce di Varese. La critica è unanime nel definire il Poloni bravo pittore nel restauro degli affreschi superstiti e nella creazione di nuovi.
Il 5 novembre 1983 appare sul Giornale Nuovo di Milano un articolo, Polemiche e Perplessità per gli affreschi al Sacro Monte di Varese, nel quale il Poloni viene definito, senz'altro frettolosamente, sconosciuto e poco più che imbianchino». A smentire ciò vi sono ovviamente gli innumerevoli e pregevoli lavori eseguiti dall'artista e una abbastanza ricca bibliografia critica.
Il Poloni ha eseguito anche un notevole numero di tele, in particolare ritratti a olio raffiguranti familiari ed amici: una produzione quindi di carattere intimo e privato, nella quale tuttavia il suo talento non si esprime appieno. Come si legge infatti in Martinengo Antica e Nuova. di A. Ubiali e A. Bonzano (1961): Era artista che chiedeva spazio per poter soddisfare fino all'intimo i suoi istinti creativi. Quando era costretto al piccolo quadro egli spariva.
Il Poloni muore improvvisamente il primo aprile 1954 a Milano in casa di una delle figlie e viene sepolto il 3 aprile a Martinengo.
Bibliografia I pittori bergamaschi dell'Ottocento, Chiara Moretti 1992
È un uomo nato in ritardo di tre secoli. La sua epoca sarebbe stata il Seicento tanto egli sa trasfondere nel colore l'aria e l'impressione di quel tempo-. Nell'attività esclusiva di affreschista ha lasciato diverse opere nella sua cittadina natale e nella provincia oltre che in vari luoghi della Brianza, del Piemonte e in Svizzera.
A Martinengo esegue nel 1910 i quattro medaglioni sulla volta dell'abside e provvede al restauro degli affreschi del frontale del Monastero dell'Incoronata, avvalendosi dell'aiuto del concittadino Tito Poloni, pure restauratore ed affreschista. Nel 1937 dipinge l'affresco dell'altare del Sacrario dei Caduti, ex Cappella delle Clarisse, raffigurante Cristo sofferente che sostiene un soldato morente. Nel 1950 dipinge la pala d'altare per il Monastero dell'Incoronata, che ha come soggetto la Beata Cerioli. Altri suoi affreschi sono visibili sulla facciata della Cappella Centrale del Cimitero e nel tondo centrale della facciata della chiesa della Madonna della Fiamma.
Diversi sono anche i suoi lavori nelle chiese della diocesi di Bergamo: nel 1905 esegue le decorazioni della volta della parrocchia di Arcene e le decorazioni generali della chiesa di Pagazzano, avvalendosi dell'aiuto del doratore Luigi Bergamelli. Nel 1907 arricchisce la parte centrale delle finestre della parrocchiale di Tagliuno con delle medaglie dipinte. Nel 1909 contribuisce alla decorazione della volta nella chiesa di Cavernago. Tra il 1910 e il 1912 partecipa all'esecuzione degli affreschi delle volte e dell'abside nella parrocchia di Sotto il Monte assieme a Umberto Marigliani, Alberto Maironi e Abramo Spinelli. Di sua mano sono anche le dieci figure monocromatiche di Santi eseguite per la chiesa di S. Ambrogio a Verdellino. Nel 1913 gli vengono commissionate tre medaglie per la volta della parrocchia di Comunnuovo. Nel 1922 dipinge con Giuseppe Gaudenzi gli affreschi della volta della parrocchiale di Nona. Altri lavori eseguiti per le chiese della provincia di Bergamo sono: gli affreschi della cupola nella parrocchia di Rovetta, ai quali lavora con i fratelli Zappettino, a Romano per la chiesa di S. Defendino la pala d'altare dipinta ad olio su tela raffigurante L'Immacolata con S. Antonio e S. Defendente eseguita nel 1921 in occasione delle feste centenarie dell'apparizione; la Natività di Gesù, dipinta a fresco in una nicchia sopra l'altare nella Chiesa della Madonna del Ponte e una Deposizione, affresco situato sotto i Portici della Misericordia eseguito nel 1931 a perenne ricordo del Giubileo, come sembra di desumere dalla scritta latina del fregio. (Notiziario Parrocchiale., Romano di Lombardia, n. 6-7 giugno-luglio 1981). Il Poloni è forse più conosciuto in Brianza, Piemonte e in Svizzera che nel suo paese e nella sua provincia. Opera sua è la decorazione della Sala delle Cariatidi al Castello del Valentino a Torino. Suoi sono l'affresco nella grande cupola della chiesa di Marzio e un notevole numero di affreschi in varie chiese Varese, Casbeno, Luminate, Angera, Busto Arsizio, Arogno, Gorgonzola, Genova, Cuneo e Cadenabbia. Degni di particolare nota sono L'Ultima Cena nella Basilica di S. Giovanni a Busto Arsizio e il grande lavoro di restauro al Sacro Monte di Varese, che lo impegnò, sotto la guida del professor Pogliaghi, dal 1922 al 1928 circa. Si hanno notizie in particolare di quest'opera del Poloni da diverse fonti: il 18 ottobre 1922 ne parla L'Eco di Bergamo, nel giugno 1923 il Liber Cronicon. del Santuario pubblica un resoconto dei lavori eseguiti fino a quella data, e infine se ne legge nel 1926 sul giornale Il Luce di Varese. La critica è unanime nel definire il Poloni bravo pittore nel restauro degli affreschi superstiti e nella creazione di nuovi.
Il 5 novembre 1983 appare sul Giornale Nuovo di Milano un articolo, Polemiche e Perplessità per gli affreschi al Sacro Monte di Varese, nel quale il Poloni viene definito, senz'altro frettolosamente, sconosciuto e poco più che imbianchino». A smentire ciò vi sono ovviamente gli innumerevoli e pregevoli lavori eseguiti dall'artista e una abbastanza ricca bibliografia critica.
Il Poloni ha eseguito anche un notevole numero di tele, in particolare ritratti a olio raffiguranti familiari ed amici: una produzione quindi di carattere intimo e privato, nella quale tuttavia il suo talento non si esprime appieno. Come si legge infatti in Martinengo Antica e Nuova. di A. Ubiali e A. Bonzano (1961): Era artista che chiedeva spazio per poter soddisfare fino all'intimo i suoi istinti creativi. Quando era costretto al piccolo quadro egli spariva.
Il Poloni muore improvvisamente il primo aprile 1954 a Milano in casa di una delle figlie e viene sepolto il 3 aprile a Martinengo.
Bibliografia I pittori bergamaschi dell'Ottocento, Chiara Moretti 1992